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Interventi di valorizzazione del patrimonio boschivo

Autorizzato il progetto per la corretta gestione e valorizzazione del patrimonio boschivo nel Parco del Monte Montone e zone verdi adiacenti all’area archeologica dell’antico Castello

I meno giovani ricordano come il Monte Montone fosse, fino a circa 60 anni fa, un’area prevalentemente adibita a pascolo, rocciosa e con vegetazione arbustiva; l’area boschiva ad alto fusto, prevalentemente alberi di Faggio, era solo quella della zona che conosciamo come Metella.Gli impianti di pino nero (puri o misti con latifoglie), effettuati a partire dal secondo dopoguerra hanno contribuito a dare al Montone l’aspetto che ha oggi; il pino nero infatti venne utilizzato quale specie pioniera in quanto adattissima per ricostituire vegetazione arborea su terreni denudati e poveri come quelli di Montecopiolo.  Raggiunti tutti gli obbiettivi prefissati ovvero costituire una copertura arborea pressoché continua, mitigare il dissesto idrogeologico diminuendo l’erosione ed i tempi di corrivazione delle acque piovane e creando le condizioni di suolo per garantire il perpetuarsi del bosco, sotto l'aspetto turistico e ricreativo l’area è molto frequentata soprattutto nel periodo estivo. La presenza delle pinete nell'immaginario collettivo delle popolazioni locali e, soprattutto, del visitatore occasionale, spesso non viene più correlata agli interventi di sistemazione dei terreni ma assunta a caratteristica costitutiva del paesaggio. L’intervento proposto vuole quindi garantire la presenza del pino migliorandone lo stato fitosanitario e garantendo altresì lo sviluppo delle latifoglie autoctone presenti o insediatevisi naturalmente nel frattempo; sul territorio sono presenti faggio, acero montano ed acero riccio, cerro, orniello e frassino maggiore, carpino nero, castagno, nocciolo e agrifoglio. In alcune aree è stata riscontrata la presenza di nuclei più o meno estesi di rinnovazione sia di abete bianco che di latifoglie autoctone (principalmente di frassino maggiore e aceri). Inoltre nel progetto è compreso il ridimensionamento dei pini cresciuti nell’area adiacente alla zona archeologica, restituendo alla vista dei visitatori lo splendido panorama della costa, visibile fino agli anni ‘80/’90 e ora nascosto dalla fitta vegetazione. Tutto rientra in un progetto  di rivalutazione e salvaguardia del patrimonio boschivo locale volto a valorizzare dal punto di vista turistico e abitativo il territorio in cui viviamo.

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